Il Memorandum tra Italia e Libia

Scritto da Candelaria Rettaroli

Cos’è questo Memorandum?

Il 2 febbraio 2017 il governo italiano e quello libico hanno firmato un Memorandum di cooperazione intitolato “Memorandum d’intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all’immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere tra lo Stato della Libia e la Repubblica Italiana.”

Questo Memorandum, composto da otto articoli che definiscono la struttura della cooperazione tra i due Paesi, è stato uno strumento adottato da entrambi i governi principalmente per gestire i movimenti delle persone nel Mediterraneo. 

Di seguito analizzeremo gli articoli più controversi del Memorandum poiché, sebbene sulla carta sembrino avere obiettivi nobili, la pratica di questi nove anni di cooperazione rivela una realtà ben diversa. Numerose denunce, rapporti e notizie segnalano violazioni dei diritti umani, soprattutto nei confronti dei migranti.

Questo punto solleva dunque la questione su cosa stiano realmente finanziando il nostro governo – e l’Unione Europea – e se il Memorandum miri davvero a garantire la sicurezza delle persone, o piuttosto a ridurre gli sbarchi sulle coste italiane.

Perché è considerato una minaccia alla tutela dei diritti umani?

Di seguito riportiamo alcuni articoli del Memorandum per analizzare la criticità alla luce di questi nove anni di attuazione. Il primo articolo, ad esempio, stabilisce che l’Italia fornirà sostegno finanziario, tecnico e tecnologico alle istituzioni di sicurezza e agli organismi libici incaricati della lotta contro l’immigrazione clandestina – come la Guardia costiera e la Guardia di frontiera.

Su questo punto esistono già numerose denunce riguardanti le operazioni della Guardia costiera libica. Ad esempio, Sea-Watch nel 2023 ha pubblicato il rapporto “Episodes of Violence by the so-called Libyan Coast Guard and Libyan Coastal Security at Sea”, che documenta più di 20 episodi di violenza e violazioni dei diritti umani da parte della Guardia costiera libica, dal 2016 al 2023, ad esempio, ci sono stati molteplici episodi  che hanno coinvolto barche di soccorso in mare, in particolare spari a queste ultime.

Anche molteplici giornali e ONG hanno denunciato l’inefficienza e la pericolosità delle operazioni della Guardia Costiera, che spesso mettono a rischio la vita dei naufraghi e dei migranti. Un esempio chiaro è la risoluzione delle Nazioni Unite del 2018, che ha incluso Abd al-Rahman al-Milad, allora capo dell’unità regionale della Guardia Costiera di Zawiya (Libia), nella lista delle persone sanzionate. Le motivazioni risiedono nel fatto che egli, insieme ad altri membri della Guardia Costiera, risulta sistematicamente coinvolto in atti di violenza contro i migranti e in collaborazioni con altri trafficanti di esseri umani. Secondo il Panel di Esperti delle Nazioni Unite, al-Milad e altri membri della Guardia Costiera sarebbero direttamente implicati nell’affondamento di imbarcazioni di migranti mediante l’uso di armi da fuoco (UN Security Council, 2018).

Un secondo articolo prevede, tra le altre cose, il sostegno -attraverso fondi italiani ed europei- ai centri di accoglienza in Libia; la formazione del personale libico nei centri di accoglienza per affrontare meglio il fenomeno dell’immigrazione clandestina e della tratta di esseri umani; e infine il supporto alle organizzazioni internazionali che operano nel campo delle migrazioni in Libia.

Questo punto è particolarmente critico, poiché i centri di accoglienza in Libia sono stati denunciati costantemente da ONG, organismi delle Nazioni Unite e attivisti per le loro gravi violazioni dei diritti umani.

Ad esempio, la Independent Fact-Finding Mission on Libya del 2020 ha espresso “profonda preoccupazione per il deterioramento della situazione dei diritti umani nel Paese”, concludendo che esistono fondati motivi per ritenere che siano stati commessi crimini contro l’umanità da parte delle forze di sicurezza statali. “Migranti, in particolare, sono stati sistematicamente torturati, e ci sono prove schiaccianti di schiavitù sessuale, considerata un crimine contro l’umanità” (Independent Fact-Finding Mission on Libya, 2023).

Anche Human Rights Watch ha documentato situazioni di grave sovraffollamento, condizioni igienico-sanitarie disastrose, malnutrizione e mancanza di cure mediche adeguate nel suo rapporto “No Escape from Hell – EU Policies Contribute to Abuse of Migrants in Libya”(2019).

Alla luce di questi fatti, appare difficile conciliare tali pratiche con quanto previsto dall’articolo 5 del Memorandum, secondo cui le Parti si impegnano a interpretare e applicare l’accordo nel rispetto degli obblighi internazionali e dei diritti umani. Di fatto, il Memorandum si fonda su basi altamente discutibili: un accordo che dovrebbe tutelare la sicurezza e l’integrità dei migranti finisce per esporli a ulteriori rischi e violenze.

Infine, l’articolo 8 stabilisce le modalità di rinnovo del Memorandum, prevedendo che abbia validità triennale e si rinnovi tacitamente per un ulteriore periodo equivalente, salvo disdetta scritta di una delle Parti almeno tre mesi prima della scadenza. Per questo motivo, novembre è un mese chiave per manifestare e opporsi al rinnovo di un Memorandum con cui Italia ed Europa continuerebbero a finanziare un accordo che non tutela, ma minaccia la vita e la sicurezza di migliaia di persone in movimento lungo il Mediterraneo.

Infine questo ha portato a una grande crescita nell’opposizione civile e politica, che denuncia come l’unico vero obiettivo dell’accordo sia ridurre gli sbarchi, senza considerare i costi umani e morali di tale politica. Refugees in Libya è una delle organizzazioni più attive nella mobilitazione contro il rinnovo del Memorandum : tra il 14 e il 18 ottobre ha organizzato a Roma incontri, testimonianze e manifestazioni, culminate con l’evento principale del 18 ottobre in Piazza Vidoni. 

Anche se i nostri governi non vogliono parlare di ciò che accade in mare e delle politiche che stanno promuovendo, esiste comunque una quantità infinita di articoli, testimonianze e contenuti per rimanere informati. Come consiglio, ci sono due video ad accesso gratuito su YouTube, entrambi pubblicati da VICE: il primo, intitolato “Italy Is Paying Libya To Intercept Migrants On The Mediterranean” (2017), segue una giornalista a bordo di un’imbarcazione di migranti riportata in Libia e include interviste ai membri della Guardia Costiera; il secondo, “I Was Sold at a Slave Market | Informer” (2021), racconta in anonimato e in prima persona le terribili condizioni vissute dai migranti in Libia. Anche se entrambi i video sono molto forti, credo che siano comunque necessari, perché solo comprendendo davvero la gravità della situazione possiamo capire l’urgenza di fermare il Memorandum e smettere di finanziare un fenomeno così ingiusto e violento.

Bibliografia:

– Human Rights Watch. (21 de enero de 2019). No Escape from Hell: EU Policies Contribute to Abuse of Migrants in Libya. https://www.hrw.org/report/2019/01/21/no-escape-hell/eu-policies-contribute-abuse-migrants-libya Human Rights Watch

– Oficina del Alto Comisionado de las Naciones Unidas para los Derechos Humanos (OHCHR). (Marzo de 2023). Libya: urgent action needed to remedy deteriorating human rights situation. https://www.ohchr.org/en/press-releases/2023/03/libya-urgent-action-needed-remedy-deteriorating-human-rights-situation-un Sito Web

– Audizione “Episodes of Violence by scLYCG / Libyan actors at sea.” (25-07-2023). Documento Cámara de los Diputados, Legislatura XIX, Italia.https://documenti.camera.it/leg19/documentiAcquisiti/COM03/Audizioni/leg19.com03.Audizioni.Memoria.PUBBLICO.ideGes.9852.25-07-2023-10-53-26.786.pdfDocumenti Camera

– Naciones Unidas, Consejo de Seguridad. Perfil de sancionado: Abd al-Rahman al-Milad.https://main.un.org/securitycouncil/en/sanctions/1970/materials/summaries/individual/abd-al-rahman-al-milad main.un.org

– Refugees in Libya. Home. https://www.refugeesinlibya.org/

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